Con
l'inizio della scuola materna e poi delle elementari i disturbi del
sonno nei bambini diminuiscono moltissimo, concentrandosi
prevalentemente in periodi in cui si verificano problemi fisici, in
genere stagionali, respiratori, influenza, allergie. I genitori, dopo
che i figli hanno superato i primi tre anni, si tranquillizzano e
quando si presentano delle forme d’insonnia, si preoccupano e si
allarmano facilmente. Con l'inizio della scuola e con la maturazione
psicologica e neurologica, i bambini trovano dei ritmi più adatti a
se stessi, alla famiglia e alla socializzazione. Ci sono situazioni
però che possono causare ansia, con conseguente difficoltà ad
addormentarsi. Tra le principali cause ci sono le preoccupazioni per
i cambiamenti, la separazione dai compagni e dalle insegnanti, i
litigi con i coetanei, la nascita di un fratellino o di una
sorellina, gli stress in ambito familiare. Anche bambini con un sonno
regolare possono avere dei momenti in cui si agitano reagendo a
situazioni ambientali nuove. Ci sono quindi dei momenti di “snodo”,
come il passaggio dall'asilo nido alla scuola materna, dalla scuola
materna alle elementari, dalla seconda alla terza e alla fine della
quinta, in cui possono comparire anche improvvisamente disturbi del
sonno, che possono essere brevi o durare mesi. Spesso si accompagnano
a incubi notturni, alla paura di essere rapiti, che accada qualcosa
di male ai genitori, di essere abbandonati, lasciati soli, di non
riuscire a svegliarsi la mattina per andare a scuola. In ogni modo la
difficoltà ad addormentarsi agita molto i bambini, alimenta la loro
ansia e impedisce loro di dormire, anche se si sentono stanchi o lo
desiderano.
Alcune
tappe evolutive e dei momenti di crescita, a causa di un cambiamento
interiore del bambino e senza cause esterne, possono provocare ansia
e depressione e ripercuotersi sul sonno. Il nono anno di vita è uno
di questi e solitamente coincide con la terza elementare. In questo
periodo i bambini prendono coscienza della propria autonomia dai
genitori, della possibilità della morte delle persone a cui vogliono
bene come un fatto reale e meno fantastico, inizia la fase edipica
che implica una differenziazione dai genitori e il sentire gelosie,
conflitti, ansie rispetto all’amore per loro. Se i bambini hanno
periodi di tristezza o depressione raramente si manifestano come
malinconia o con pianto, al contrario i bambini tristi e depressi
molto spesso sono agitati, iperattivi, non di rado aggressivi e il
loro malessere non è mai di breve durata. Quest’ agitazione che li
accompagna durante il giorno, è una causa importante d’insonnia,
espressa in difficoltà ad addormentarsi e/o con risvegli frequenti
durante la notte.
Quando
quindi ci si trova di fronte a un improvviso problema d’insonnia, è
indispensabile prendere in considerazione senza allarmismi o
arrabbiature che può essere necessario l’intervento di uno
specialista, perché difficilmente scompare spontaneamente, ma una
volta compreso e affrontato nel modo corretto, si risolve piuttosto
facilmente. Parlare con il bambino, mostrare la propria attenzione
facendo delle domande e cercando di capire che cosa gli accade
durante il giorno, di per sé costituisce una rassicurazione,
attraverso l'interesse che il o i genitori mostrano verso di lui.
Molto spesso dietro l'insonnia ci sono delle situazioni reali,
problemi con insegnanti, amichetti, parenti, gelosie di cui è
importante parlare cercando di ascoltare e quindi trovare insieme,
proponendole, delle soluzioni.
Affinché
i genitori possano cercare e trovare dei rimedi anche pratici per
ridurre le paure al momento di andare a dormire, è importante che
queste siano riconosciute, affrontate e sciolte di giorno, quando
però sono più facilmente dissimulabili. Nei momenti di difficoltà,
infatti, i bambini si sentono soli e senza difese, specialmente di
notte quando il mondo spegne le sue luci e c'è una richiesta di
staccare la spina e riposare, per poi ricominciare bene la vita il
giorno dopo
10 CONSIGLI PER RISOLVERE I DISTURBI DEL SONNO
Anche bambini con un sonno regolare possono avere dei momenti in cui si agitano reagendo a situazioni ambientali nuove. Ecco alcuni consigli per aiutarli a risolvere i disturbi del sonno:
1- Prima di dormire leggere insieme una storia, una fiaba, una poesia, un racconto anche quando i bambini sono già abituati a leggere da soli. La compagnia e la condivisione del momento di passaggio dal giorno alla notte è senz'altro piacevole ed efficace. E li aiuta a tranquillizzarsi
2- Cercare insieme delle soluzioni pratiche come: porre delle lucine notturne vicino al letto in modo che possano essere accese o spente in caso di bisogno, tenere a portata di mano l'acqua, rendere semplice l'accesso al bagno o alla camera dei fratelli e dei genitori lasciando le porte aperte.
3- Senza che diventi un'abitudine mostrare disponibilità anche durante la notte, in caso di necessità psicologiche e non solo per malesseri fisici. Questo comportamento può sembrare strano ai genitori, che lo interpretano come una regressione, un ritorno a essere "bambini piccini", un comportamento insolito in un bambino più grande. In realtà è molto rassicurante ed efficace: anziché alimentare una dipendenza dai genitori e intensificare i risvegli, solitamente li dirada.
4- Evitare che i bambini usino videogiochi, computer o restino a lungo davanti alla televisione dopo cena. Questi dispositivi sono controindicati poiché accentuano l'agitazione, anche se proprio a causa delle difficoltà ad addormentarsi, i bambini richiedono più del solito di porterli usare. È bene mantenere delle sane abitudini spiegandone sempre i motivi, rendendoli partecipi delle scelte che i genitori fanno per loro.
5- Durante il giorno non limitare le attività sportive che già praticano poiché sono una valvola di sfogo e un aiuto al contenimento dell'ansia attraverso il movimento e la disciplina.
6- Introdurre abitudini che scandiscano in modo chiaro il ritmo della giornata. I bambini non hanno una percezione del tempo definita come gli adulti, tendono a vivere in una dimensione fluida e incentrata sul presente. Orari costanti durante la giornata, per la colazione, la scuola, le attività, la merenda, la cena e l'orario in cui andare a dormire, sono indispensabili anche per un controllo delle oscillazioni dell'umore che portano agitazione e irritabilità
7- Possono aiutare alcune limitazioni alimentari momentanee. Riducete i cibi a base di cacao, cioccolata, noce moscata e bevande che contengono teina e caffeina. Perché il bambino possa partecipare attivamente alla dieta senza sentirsi punito o mortificato, spiegate il perché di questa dieta. E magari decidete un periodo di tempo limitato segnandolo sul calendario.
8- Trasmettere sicurezza durante il giorno, mostrare un atteggiamento comprensivo rispetto al problema che il ragazzo sta vivendo, spiegando che il semplice fatto di non poter dormire, di per sé spaventa e agita.
9- Se il problema persiste pensate a consultare insieme al ragazzo uno psicoanalista infantile, che aiuti a capire che cosa sta succedendo. Qualora vi fossero problemi o difficoltà specifiche, vi aiuterà a trovare le strategie migliori e le soluzioni più efficaci per affrontarli.
10- Quando la situazione inizia a tornare alla normalità istituire un sistema premiante che valorizzi la capacità di dormire da soli. Evitate restrizioni o punizioni come se la loro difficoltà fosse un capriccio o una "colpa".