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Enrico Marchiani -pediatra

enrico.marchiani@medici.progetto-sole.it


Con l'inizio della scuola materna e poi delle elementari i disturbi del sonno nei bambini diminuiscono moltissimo, concentrandosi prevalentemente in periodi in cui si verificano problemi fisici, in genere stagionali, respiratori, influenza, allergie. I genitori, dopo che i figli hanno superato i primi tre anni, si tranquillizzano e quando si presentano delle forme d’insonnia, si preoccupano e si allarmano facilmente. Con l'inizio della scuola e con la maturazione psicologica e neurologica, i bambini trovano dei ritmi più adatti a se stessi, alla famiglia e alla socializzazione. Ci sono situazioni però che possono causare ansia, con conseguente difficoltà ad addormentarsi. Tra le principali cause ci sono le preoccupazioni per i cambiamenti, la separazione dai compagni e dalle insegnanti, i litigi con i coetanei, la nascita di un fratellino o di una sorellina, gli stress in ambito familiare. Anche bambini con un sonno regolare possono avere dei momenti in cui si agitano reagendo a situazioni ambientali nuove. Ci sono quindi dei momenti di “snodo”, come il passaggio dall'asilo nido alla scuola materna, dalla scuola materna alle elementari, dalla seconda alla terza e alla fine della quinta, in cui possono comparire anche improvvisamente disturbi del sonno, che possono essere brevi o durare mesi. Spesso si accompagnano a incubi notturni, alla paura di essere rapiti, che accada qualcosa di male ai genitori, di essere abbandonati, lasciati soli, di non riuscire a svegliarsi la mattina per andare a scuola. In ogni modo la difficoltà ad addormentarsi agita molto i bambini, alimenta la loro ansia e impedisce loro di dormire, anche se si sentono stanchi o lo desiderano.

Alcune tappe evolutive e dei momenti di crescita, a causa di un cambiamento interiore del bambino e senza cause esterne, possono provocare ansia e depressione e ripercuotersi sul sonno. Il nono anno di vita è uno di questi e solitamente coincide con la terza elementare. In questo periodo i bambini prendono coscienza della propria autonomia dai genitori, della possibilità della morte delle persone a cui vogliono bene come un fatto reale e meno fantastico, inizia la fase edipica che implica una differenziazione dai genitori e il sentire gelosie, conflitti, ansie rispetto all’amore per loro. Se i bambini hanno periodi di tristezza o depressione raramente si manifestano come malinconia o con pianto, al contrario i bambini tristi e depressi molto spesso sono agitati, iperattivi, non di rado aggressivi e il loro malessere non è mai di breve durata. Quest’ agitazione che li accompagna durante il giorno, è una causa importante d’insonnia, espressa in difficoltà ad addormentarsi e/o con risvegli frequenti durante la notte.

Quando quindi ci si trova di fronte a un improvviso problema d’insonnia, è indispensabile prendere in considerazione senza allarmismi o arrabbiature che può essere necessario l’intervento di uno specialista, perché difficilmente scompare spontaneamente, ma una volta compreso e affrontato nel modo corretto, si risolve piuttosto facilmente. Parlare con il bambino, mostrare la propria attenzione facendo delle domande e cercando di capire che cosa gli accade durante il giorno, di per sé costituisce una rassicurazione, attraverso l'interesse che il o i genitori mostrano verso di lui. Molto spesso dietro l'insonnia ci sono delle situazioni reali, problemi con insegnanti, amichetti, parenti, gelosie di cui è importante parlare cercando di ascoltare e quindi trovare insieme, proponendole, delle soluzioni.
Affinché i genitori possano cercare e trovare dei rimedi anche pratici per ridurre le paure al momento di andare a dormire, è importante che queste siano riconosciute, affrontate e sciolte di giorno, quando però sono più facilmente dissimulabili. Nei momenti di difficoltà, infatti, i bambini si sentono soli e senza difese, specialmente di notte quando il mondo spegne le sue luci e c'è una richiesta di staccare la spina e riposare, per poi ricominciare bene la vita il giorno dopo




10 CONSIGLI PER RISOLVERE I DISTURBI DEL SONNO

Anche bambini con un sonno regolare possono avere dei momenti in cui si agitano reagendo a situazioni ambientali nuove. Ecco alcuni  consigli per aiutarli a risolvere i disturbi del sonno:

1- Prima di dormire leggere insieme una storia, una fiaba, una poesia, un racconto anche quando i bambini sono già abituati a leggere da soli. La compagnia e la condivisione del momento di passaggio dal giorno alla notte è senz'altro piacevole ed efficace. E li aiuta a tranquillizzarsi

2- Cercare insieme delle soluzioni pratiche come: porre delle lucine notturne vicino al letto in modo che possano essere accese o spente in caso di bisogno, tenere a portata di mano l'acqua, rendere semplice l'accesso al bagno o alla camera dei fratelli e dei genitori lasciando le porte aperte.

3- Senza che diventi un'abitudine mostrare disponibilità anche durante la notte, in caso di necessità psicologiche e non solo per malesseri fisici. Questo comportamento può sembrare strano ai genitori, che lo interpretano come una regressione, un ritorno a essere "bambini piccini", un comportamento insolito in un bambino più grande. In realtà è molto rassicurante ed efficace: anziché alimentare una dipendenza dai genitori e intensificare i risvegli, solitamente li dirada.

4- Evitare che i bambini usino videogiochi, computer o restino a lungo davanti alla televisione dopo cena. Questi dispositivi sono controindicati poiché accentuano l'agitazione, anche se proprio a causa delle difficoltà ad addormentarsi, i bambini richiedono più del solito di porterli usare. È bene mantenere delle sane abitudini spiegandone sempre i motivi, rendendoli partecipi delle scelte che i genitori fanno per loro.

5- Durante il giorno non limitare le attività sportive che già praticano poiché sono una valvola di sfogo e un aiuto al contenimento dell'ansia attraverso il movimento e la disciplina.

6- Introdurre abitudini che scandiscano in modo chiaro il ritmo della giornata. I bambini non hanno una percezione del tempo definita come gli adulti, tendono a vivere in una dimensione fluida e incentrata sul presente. Orari costanti durante la giornata, per la colazione, la scuola, le attività, la merenda, la cena e l'orario in cui andare a dormire, sono indispensabili anche per un controllo delle oscillazioni dell'umore che portano agitazione e irritabilità

7- Possono aiutare alcune limitazioni alimentari momentanee. Riducete i cibi a base di cacao, cioccolata, noce moscata e bevande che contengono teina e caffeina. Perché il bambino possa partecipare attivamente alla dieta senza sentirsi punito o mortificato, spiegate il perché di questa dieta. E magari decidete un periodo di tempo limitato segnandolo sul calendario.

8- Trasmettere sicurezza durante il giorno, mostrare un atteggiamento comprensivo rispetto al problema che il ragazzo sta vivendo, spiegando che il semplice fatto di non poter dormire, di per sé spaventa e agita.

9- Se il problema persiste pensate a consultare insieme al ragazzo uno psicoanalista infantile, che aiuti a capire che cosa sta succedendo. Qualora vi fossero problemi o difficoltà specifiche, vi aiuterà a trovare le strategie migliori e le soluzioni più efficaci per affrontarli.

10- Quando la situazione inizia a tornare alla normalità istituire un sistema premiante che valorizzi la capacità di dormire da soli. Evitate restrizioni o punizioni come se la loro difficoltà fosse un capriccio o una "colpa".